Utilizzo del legno per i vini bianchi: l'esempio eccellente del Farnito Chardonnay

pubblicato 06-05-2022

Utilizzo del legno per i vini bianchi: l'esempio eccellente del Farnito Chardonnay 

In Italia l'utilizzo del legno per i vini bianchi non è molto diffuso. In generale infatti per la vinificazione e per la successiva fase di maturazione si prediligono contenitori composti da acciaio o cemento.

Non tutti sanno che la vinificazione e la maturazione dei vini bianchi avviene anche in contenitori di legno di piccola dimensione, quali ad esempio barrique (225 litri) o tonneaux (500 litri). 

L'utilizzo migliore del legno per la vinificazione prevede la fermentazione del mosto subito seguito dal contatto prolungato con i lieviti nello stesso contenitore. Per ottimizzare l'effetto dei lieviti si effettua il cosiddetto "bâtonnage", operazione che consiste nel rimescolare continuamente il mosto in fermentazione in modo tale che i lieviti e le fecce fini restino in sospensione all'interno del contenitore. Terminata questa fase di fermentazione il vino si mantiene nello stesso recipiente a contatto con fecce e lieviti per alcuni mesi.

Ovviamente molte sono le variabili, che vanno dal vitigno, ai tempi, alla scelta di effettuare la malolattica. In ogni caso la fermentazione in legno, grazie alla microossigenazione e agli scambi reciproci, aiuta ad aumentare la sensazione di corpo e rotondità del vino. E dona maggiore morbidezza, profumi più complessi e potenziale di invecchiamento. 

Il Farnito Chardonnay 2019 di Carpineto rappresenta un esempio eccellente di questa tecnica. Le uve 100% Chardonnay, provenienti dagli appezzamenti aziendali della tenuta nobile e di Montepulciano, si raccolgono tra la fine di agosto e i primi di settembre.

La vinificazione avviene in legno, con la lunga macerazione sulle bucce a bassa temperatura, utile ad estrarre i profumi e creare la sua struttura. Poi, si passa ad una lenta ed accurata fermentazione del mosto ad opera di lieviti selezionati. I lieviti e tutte le sostanze solide presenti nel mosto durante la fermentazione sono mantenuti in sospensione e agitati ripetutamente all'interno dei barili, per favorire l'ulteriore processo estrattivo.

Superato il mese di gennaio dell'anno successivo alla raccolta, il vino viene separato dalle fecce. Subito viene riposto negli stessi barili di fermentazione dove rimane fino ad aprile, quando viene finalmente imbottigliato.

Al calice ha un colore giallo paglierino limpido con sfumature dorate luminose. Al naso regala sentori di rose bianche, pera e litchi, ma anche un leggero sentore di frutta secca su uno sfondo vanigliato. Particolarmente elegante al palato, scorre morbido e minerale, equilibrato e fresco. É un vino dotato di grande persistenza, che ci racconta una bellissima versione dello Chardonnay. Principe dei vitigni bianchi internazionali, sapientemente vinificato e maturato in legno.